Qualche settimana fa, mentre ero in macchina in viaggio verso una non meglio identificata località laziale, dove ancora mi trovo, ho pensato di ingannare il tempo (non ero io alla guida, eh!) chiedendo su Instagram cosa vi sarebbe piaciuto leggere o cucinare, per potervi dare dei consigli di libri di cucina o letteratura gastronomica.
Vista la mia proverbiale capacità di sintesi mi sono venuti in mente molti titoli interessanti e ho pensato che sarebbe stato un peccato lasciare che questi suggerimenti si perdessero nella limitata esistenza delle Storie di Instagram.
Li ho, quindi, rielaborati un po’, aggiungendo qualche dettaglio in più, e ve li propongo oggi in maniera molto più ordinata e coerente, in modo che possiate attingerne ogni volta che avrete bisogno di ispirazione per allargare la vostra meravigliosa collezione di libri di cucina.
Ecco i (molti) libri di cucina risultati dal matchmaking di libri food.
1) Vorrei leggere un memoir bello come quelli di Ruth Reichl e Fanny Singer.
Ti propongo Hungry Heart. A Story of Food and Love di Claire Finney. L’autrice è una giornalista gastronomica londinese, vincitrice nel 2019 del Fortnum & Mason Food Writing Award. Ripercorrendo diversi momenti della sua vita, e un rapporto con il cibo non sempre idilliaco, Finney riflette sull’unione di cibo e sentimenti, su come usiamo il cibo nel relazionarci con gli altri. Ogni capitolo è dedicato al racconto di un’esperienza e della ricetta che l’ha accompagnata.
«[…] while my job dictates that the best meals are those made by the best chefs with the best ingredients, my life says food is only as good as the feelings that come with it»
2) Un memoir food che ami
Io amo molto
, la famosissima critica gastronomica del New York Times, e precedentemente anche del Los Angeles Times, che nel 1999 lasciò il suo lavoro per diventare Editor in Chief di Gourmet Magazine, dove rimase fino al 2009. Reichl ha vinto ben sei James Beard Award e ora scrive una meravigliosa newsletter su Substack, che doveva essere temporanea, ma che fortunatamente prosegue e contiene anche suoi articoli passati e foto dei menù vintage di ristoranti che ha visitato nel tempo.Vale la pena leggere tutti i suoi libri, anche se purtroppo solo uno si trova tradotto in italiano. Ti consiglio Garlic and Sapphires, The Secret Life of a Food Critic che racconta del periodo al New York Times e della necessità di ricorrere a travestimenti per non farsi riconoscere nei ristoranti. Il travestimento, la maschera, sono un espediente per riflettere sulla propria personalità, su chi si vuole essere, nella vita e nel lavoro.
«You are about to discover the extraordinary amount of effort that is required to turn one’s self into another person. If you are intent on deception, you must go all the way; the restaurant critic of the New York Times can not afford to look foolish»
3) Un libro di cucina vegetale asiatica
East di Meera Sodha. Tratto dalla sua rubrica sul Guardian, raccoglie ricette vegetariane da tutta l’Asia: Singapore, Thailandia, Cina, Vietnam. Contiene ricette diverse, anche con opzioni vegane, create da un’autrice onnivora, che comprende gli aromi, le texture e la ricchezza delle preparazioni di cui i carnivori potrebbero sentire la mancanza ed è, quindi, in grado di spostare i vegetali da contorni a protagonisti di piatti gustosi. Contiene un katsu curry di melanzane che potrei mangiare ogni giorno.
«I also found vegan constraints are a catalyst for creativity. Not cooking with meat, fish, diary or eggs forced me to think in new and interesting ways»
4) Vorrei un libro con ricette zero sbattimenti per l’estate (insalate, piatti freddi..)
Lo sbattimento minimo di prendere un piatto, condire gli alimenti, non riesco ad eliminarlo, ma superati questi scogli mi sento di consigliarti Un gusto diverso di Diana Henry. È un bellissimo libro, con tante ricette fresche e per niente pesanti, adatte all’estate, senza i soliti sapori scontati. Diana Henry, una delle regine del food writing del Regno Unito, l’ha scritto dopo essersi messa a dieta, per ribellarsi alla mestizia connaturata al suo nuovo regime alimentare.
«[…] questo è un libro per gente che ama mangiare. Il fatto che faccia anche bene, è un fortunato extra»
5) Ho zero fantasia rispetto alle ricette con legumi, che invece vorrei mangiare un po’ di più.
Un vero e proprio trattato sui legumi è Grist di Abra Berens, autrice e chef americana che fa una grande ricerca sulla coltivazione e produzione degli ingredienti e, dopo il suo primo libro Ruffage, dedicato alle verdure, si concentra qui su legumi, grani e semi, organizzandoli alfabeticamente ma spiegando anche il modo migliore per utilizzarli in autonomia, sfruttando quello che si ha in dispensa.
«I firmly believe that great cooking comes from working with ingredients you are excited about, and the best meals come from bending recipes to showcase those ingredients instead of the other way around»
Se, però, non devi proprio sostenere un esame universitario sui legumi Plenty More o un classicissimo Simple di Ottolenghi hanno tanti spunti e le ricette sono infallibili e gustosissime.
6) Pane, ragù.
Onestamente questa affermazione perentoria mi ha messo un attimo in difficoltà. Poi ho pensato: qui abbiamo due strade.
Pane e ragù letteralmente intesi mi hanno fatto subito pensare a Cucina Povera di
che raccoglie veramente il meglio della nostra tradizione familiare basata sull’arte di arrangiarsi, sfruttando tutte le qualità degli ingredienti fondamentali della cucina italiana.«There are recipes for weeknight suppers and Sunday gatherings, recipes to celebrate the season with a group of friends, and recipes you’ll find yourself making time and time again as they become new favorites»
Se invece vogliamo vedere pane e ragù più come uno stato d’animo, allora ti consiglierei Soup, Broth, Bread di Rachel Allen, che è un susseguirsi di ciotole colme di intrugli buonissimi, anche in versioni estive, e relativo pane di accompagnamento. Allen è un’autrice e cuoca televisiva, insegnante alla scuola di cucina Ballymaloe (legata al famoso ristorante) in Irlanda, che riunisce in questo libro l’amore per zuppe, brodi, salse, simbolo del senso di conforto racchiuso in un piatto.
«Different sauces, salsas, drizzles, oils and emulsions will liven up even the simplest soup, not to mention delicious crackers, croutons and crumbs»
7) Piatti estivi vegetariani, senza l’uso dei fornelli o del forno.
Livello di difficoltà: mille. Non tanto per i piatti vegetariani (negli ultimi due anni c’è solo l’imbarazzo della scelta tra i libri pubblicati dedicati esclusivamente alla cucina vegetale) ma eliminare del tutto sia fornelli che forno non è cosa da poco e, per quanto comprenda l’esigenza viste le recenti temperature, la mia prima risposta, di getto, sarebbe stata “apriti una busta di insalata”.
Ruminando tra i cassetti della mia memoria, però, mi è venuta in mente la casa editrice Phaidon, che sempre ci viene incontro quando si tratta di libri complicati, che ha pubblicato, anche in italiano, Raw. Ricette per uno stile di vita vegetariano moderno di Solla Eiriksdottir. Le ricette sono quasi tutte crudiste e vegane, secondo lo stile del ristorante islandese della chef tanto amata da Gwyneth Paltrow e Ben Stiller.
«I want to show how full of flavour vegan food can be»
Se vogliamo, invece, prendere in considerazione una minima fonte di calore, che può sempre fare comodo, imperdibile è Your Daily Veg di Joe Woodehouse. L’autore è un ex chef diventato poi food e travel photographer e stylist; volendo fare un pochino di gossip è anche il marito di Olia Hercules, la bravissima food writer ucraina, autrice di Mamushka (altro titolo che dovreste proprio avere).
Woodehouse, vegetariano di lunghissimo corso, ha scritto questo libro durante il lockdown, riportando su carta la sua cucina casalinga semplice, fatta di pochi, ottimi ingredienti, limitatamente adulterati, che è il suo modo preferito di mangiare.
«Nothing faddy, just decent, wholehearted food that is cooked well, with an exciting layering of textures, spices and flavours»
8) Piatti asiatici e mediorientali (veri) vegetariani.
Se l’autenticità è l’aspetto da privilegiare guarderei libri che hanno come oggetto singole tradizioni culinarie.
Per la cucina giapponese il mio guru è Tim Anderson, un ex vincitore di MasterChef, ossessionato dal Giappone, dove ha vissuto dopo l’università, proprietario del ristorante Nanban a Brixton. Quello che mi piace di più di Anderson è l’approccio concreto, la ricerca di quei piatti giapponesi che sono effettivamente semplici da ricreare nelle nostre cucine. In Vegan JapanEasy: Classic & Modern Vegan Japanese Recipes to Cook at Home non crea versioni vegetariane di piatti a base di carne, ma attinge alla grande tradizione giapponese di una cucina che di partenza è già vegetariana, o vegana, senza ricorrere a sostituzioni che comprometterebbero il sapore.
«you can enjoy the same big, bold, salty-sweet-spicy-rich-umami flavours of modern Japanese soul food without so much as glancing down the meat and diary aisle»
Per la cucina cinese invece The Vegan Chinese Kitchen di Hannah Che è davvero stupendo, per come intesse storie, ricette e fotografia. L’autrice è la creatrice del sito theplantbasedwok.com , una miniera di ricette cinesi vegetariane.
Per il Medio Oriente c’è, ovviamente, Ottolenghi in quasi tutte le sue manifestazioni, East di Meera Soda (vedi domanda 3) ma anche Sabrina Ghayour, già autrice del bellissimo Persiana, che ha pubblicato Bazaar. Vibrant Vegetarian Recipes per tradurre gli aromi e la ricchezza dei piatti iraniani e mediorientali in una cucina incentrata sui vegetali.
«No matter which country I travel to, one of my greatest joy is visiting a good market - one that retains a focus on fresh and simple produce, untainted by modernity or the bells and whistles of trendy treats»
9) Non trovo un libro sulla storia degli alimenti per ragazzi.
Mi vengono in mente due libri. Storie in frigorifero, di cui avevo parlato in questo numero di Sfoglia, perfetto dagli 8 anni in su, racconta l’origine di alcuni cibi focalizzandosi soprattutto sulle interconnessione tra culture molto diverse tra loro. Alla scoperta dei cibi è, invece, un albo illustrato, pensato per i più piccoli, dedicato alla grande varietà dei cibi che si trovano in natura, che prova a solleticare la curiosità dei bambini spiegando da dove vengono i prodotti che consumiamo quotidianamente, come si coltivano e aggiungendo qualche ricetta di facile esecuzione per conoscerli e apprezzarli meglio.
10) Qualcosa per gente che vorrebbe mangiare meno carne ma non fa altro che pensarci?
Comprendo la difficoltà e sono solidale con l’impresa. Oltre ai già citati vegetariani di impronta asiatica, ti direi How to go Plant-based di Ella Mills aka deliciouslyella, che a partire da una rinuncia ha costruito un impero fatto di prodotti venduti nei supermercati di tutto il Regno Unito (ma sta mettendo radici anche in USA e nel resto dell’Europa) e di un elegantissimo ristorante nell’esclusivo quartiere di Mayfair a Londra.
Questo libro è molto interessante perché non contiene solo ricette, ma racconta la storia dell’autrice e della sua famiglia nel loro percorso verso il vegetarismo, offre dati e studi scientifici, opinioni di esperti sui molteplici benefici di un’alimentazione a base vegetale. Si tratta proprio di una guida per affrontare questa transizione in modo sereno, senza arrivare a sognare la notte salsicce inferocite o fiorentine da 1kg che ti inseguono.
«I think making any dietary change achievable and sustainable for the long-term - because this is not a diet, it’s a way of living that supports you and your family’s wellbeing - also relies on it feeling flexible, instead of it falling into a more dogmatic all-or-nothing approach»
Attualmente tutti si concentrano sulla cucina vegetariana di stampo mediorientale, che è probabilmente la più golosa, ma fa anche ampio ricorso a spezie e aromi non sempre facilmente reperibili per noi italiani. Quindi come base per cucinare saporiti e di grande soddisfazione, senza dover ricorrere al mercato nero, ti consiglio Nistisima di Georgina Hayden che è focalizzato proprio sulla cucina mediterranea. L’autrice, di origine cipriota, prende spunto dal digiuno dettato dalla fede Ortodossa, che impone in alcuni periodi restrizioni alimentari coincidenti, in sostanza, con la rimozione delle proteine animali. È un libro di storia e di cultura, di viaggi, ricordi familiari e ricette.
«The emotions that go with cooking, eating and a sense of belonging run so deep and are so entwined that I’ve found even those who aren’t otherwise devout will fast or observe the traditions in some way, as a connection to home and people»
11) Romanzo a tema cibo
Sarò ripetitiva, ma un romanzo che non finirò mai di consigliare è Sweetbitter di Stephanie Danler, a cui ho dedicato ampio spazio in questa newsletter per cui non mi dilungherò. Posso solo dirti pensa a Kitchen Confidential, a The Bear, ma anche un po’ a The Dreamers, pensa ad una giovane donna che scopre se stessa a New York e a descrizioni meravigliose che ti trascinano dentro la storia. E c’è anche una serie!
Un romanzo molto più delicato e commovente è L’inconfondibile tristezza della torta al limone di Aimee Bender, la storia di Rose, 9 anni, che scopre di riuscire a percepire lo stato d’animo e i sentimenti delle persone assaggiando il cibo che hanno preparato.
«La stanza si riempiva del profumo di burro e zucchero e limone e uova che si riscaldavano, e alle cinque il timer suonò, così tirai fuori il dolce e lo posai sui fornelli. La casa era silenziosa. La coppa con la glassa al cioccolato era proprio lì sul piano di lavoro, pronta per l’uso, e i dolci sono al massimo appena usciti dal forno, e davvero io non potevo proprio aspettare, così allungai la mano verso un lato della teglia, il lato meno in vista, e staccai un pezzetto caldo e spugnoso di oro brunito»
12) Gazpacho e varianti. Pasta allo scoglio.
Presumendo che tu non voglia gustarli in un’unica soluzione, per la prima richiesta mi viene in mente In the Mood for Food di Jo Pratt, di cui ho parlato abbondantemente qui, e contiene un buonissimo gazpacho e tante idee per pranzi e cene freschi e veloci.
Provo però a riunire queste due richieste in un mood e ti consiglio un libro stupendo, che raccoglie ricette originali con influenze italiane, brasiliane e messicane ed è Mezcla di Ixta Belfrage. L’autrice è una delle star della test kitchen di Ottolenghi, co-autrice di Flavour, che in questo libro esprime tutta la sua creatività e il suo personalissimo stile, con ricette che sono sempre bombe di sapore.
«Growing up, I always found myself in the kitchen. Watching. Learning. Little did I know that I was soaking up food traditions like a sponge, because when I started cooking at a young age, having never been properly taught, it all just came naturally, like muscle memory from a past life»
Niente fuori menù questa volta, sto ragionando su alcuni cambiamenti che vorrei fare alla newsletter e alcune novità che arriveranno a Settembre.
Mi sono molto divertita a fare questo gioco che mi ha fatto sentire un po’ Alicia Silverstone in Clueless quando cerca di accoppiare a forza amici e vicini (avrei potuto dire Emma di Jane Austen, di cui il film è un adattamento, ma perché rinunciare ad un riferimento della mia generazione?).
Sfoglia quest’estate non andrà mai davvero in vacanza, principalmente a causa del mio senso di colpa per essermi assentata un mese intero a giugno, quindi ci rivediamo “belli freschi” il secondo giovedì di Agosto!
ho appena fatto colazione e comunque mi hai fatto venire fame 😋😂
Quanta bontà tutta insieme! Grazie ☺️