«We now prepare recipes from each other’s culture; rather than having ‘his’ and ‘mine’, the food we cook and eat is ours»
~ Shahnaz Ahsan
Tra le pagine internet salvate che controllo spesso c’è Amazon Best Sellers - Food and Drink: la classifica dei libri di cucina più venduti nel Regno Unito. In questo momento al primo posto c’è Nadiya Hussein, con il suo ultimo libro dedicato alle spezie che abbandoniamo solitarie nella nostra dispensa, seguita da Jamie Oliver, monarca assoluto di ogni classifica, con 5 Ingredients Mediterranean, ricette che sfruttano al massimo gli ingredienti della cucina mediterranea.
Sempre tra i primi dieci c’è un saggio che vorrei leggere al più presto (Ultra-Processed People di Chris van Tulleken) e un libro che sta ricevendo ottime recensioni sulla cucina stagionale e autosufficiente di una fattoria del Dorset.
Provando a fare la stessa cosa con l’omologa pagina italiana la situazione è immediatamente molto differente. Senza scendere nei dettagli dei singoli titoli, perché si nota comunque un passo avanti rispetto a dieci anni fa, quello che veramente mi colpisce è quanto svezzamento, quanta alimentazione a basso indice glicemico e diete siano le presenze fisse tra i best seller italiani, quanto “zero sbatti”, “no stress”, “facile e veloce” siano gli argomenti e le parole chiave delle copertine più recenti.
Ma questi libri, probabilmente scritti benissimo, certamente utili, non sono libri di cucina. Dov’è la magia? Certo andiamo sempre di corsa, ogni giorno è una maratona, manca la voglia, manca il tempo, ma perché dovrebbe mancare anche la poesia? Perché non possiamo aprire un libro che ci proponga, ad esempio, una cucina sana mostrandocela con belle foto, illustrandola con un design particolare, raccontandola da una prospettiva personale, inserendola in un contesto più ampio, che ci faccia anche assaporare con la mente quello che potremmo preparare avendo un’ora, un giorno in più? (e chi se ne importa se quel tempo ancora non lo abbiamo, lasciateci sognare).
Per tutto il tempo in cui ho ragionato su un’ immaginaria newsletter pensavo proprio a questo: avrei voluto tirare fuori dagli scaffali della mia libreria questi libri di cucina, che - fidatevi - esistono, anche in Italia, e farli vedere a chiunque fosse interessato. Raccontare quello che scoprivo sfogliando le troppe riviste a cui sono abbonata, che il cibo non era solo “Oddio cosa cucino oggi?” ma anche una prospettiva diversa con cui analizzare molti aspetti della nostra vita, e che esistevano persone che su questa analisi attraverso la lente del cibo avevano costruito un lavoro, un metodo per guardare ogni cosa.
In questo numero inauguro due novità: la sezione “assaggia” in cui copierò tutte quelle curiosità interessanti o divertenti che ho trovato su riviste, siti, e che nel tempo ho salvato senza sapere che avrebbero avuto uno spazio (le fonti non sono indicate perché vengono quasi tutte da edizioni non più reperibili); e la pagina Ko-Fi di Sfoglia, da cui in questo momento potrete, se vi va, offrirmi un caffè e che spero di implementare in futuro con qualcosa che ho in mente da un po’ (sì, è per scaramanzia).
Il credo religioso e la vita di una famiglia: come il cibo unisce e crea nuove tradizioni
È arrivato l’autunno finalmente? Una raccolta di ricette di Ottolenghi con protagonista la zucca
Quando un po’ di Italia è troppa Italia: questa giornalista di Eater è stufa delle serie che raccontano il nostro cibo
Il New York Times, invece, non ne ha mai abbastanza. Ecco il tour gastronomico dell’Emilia Romagna (che in realtà inizia e finisce con Bottura)
Big Night scritto e diretto da Stanley Tucci è un classico tra i “film gastronomici”. Ambientato nel New Jersey degli anni ‘50 racconta le peripezie di due fratelli che cercano di salvare il loro ristorante
Un corto che è diventato un film che è diventato una serie. Il protagonista è sempre Stephen Graham e il titolo sempre Boiling Point. Brigata di cucina, urla, angoscia, il solito. Il film, candidato a 4 Bafta, si trova in streaming su IWONDERFULL
(piccole curiosità sul cibo trovate sfogliando in giro)
Circa 600 milioni di Pumpkin Spice Latte sono stati serviti da Starbucks negli Stati Uniti dal 2003, anno di debutto della celebre bevanda
Il primo libro di cucina americano, scritto da un autore americano e pubblicato negli Stati Uniti, risale al 1796. Si intitola American Cookery e contiene, ovviamente, la ricetta della apple pie
Siete in cucina. Sole. Il forno è acceso, pentole sul fuoco, preparazioni sul piano di lavoro, i capelli tirati su, via dal viso, perché la concentrazione deve essere al massimo. Forse aspettate invitati per cena, o avevate tempo e avete deciso di preparare un pasto più complesso, magari avevate voglia di provare una serie di ricette messe da parte troppo tempo fa. Questo è il vostro momento: serve musica per caricarsi, per muoversi con destrezza e precisione, per prendere in mano il cucchiaio di legno e usarlo come microfono, perché siete le regine della cucina e nessun piatto vi spaventa.
Ecco la playlist. Nigella ce spiccia casa.
🍝 io ascoltando questa playlist ho preparato i Bucatini con broccoli, zafferano e acciughe che trovate a pag.40 di An A-Z of Pasta di Rachel Roddy
Questo inizio di anno scolastico si è rivelato molto più complicato di quanto pensassi e ho l’impressione di rincorrere sempre tutto, ma ci tenevo a ricordarvi che uno degli aspetti che amo di più della newsletter è proprio parlare con chi legge Sfoglia, ricevere i vostri messaggi o mail in cui mi chiedete consigli sui libri di cucina. È anche un gesto di grande coraggio da parte vostra, perché, insomma, non sono proprio la persona più sintetica del mondo.
Alla prossima settimana!
Ciao!
Guardando la nostra produzione di saggi di cucina, libri di cucina main streaming mi sembra di assistere ad un’ involuzione, fatta di vuoto, di niente in confronto alle nostre possibilità. Invece se guardiamo verso gli Stati Uniti o all’ Inghilterra vediamo più attenzione e novità anche se poi andiamo a riprodurre ricette si notano molte lacune.
Insomma noi abbiamo moooolte possibilità, ma non le sfruttiamo a pieno, “abbiamo” un’ atteggiamento un po’ troppo snob.
Bellissima, hai ragione tutto di corsa o performance. Ma la magia di cucinare per il gusto di farlo, di curiosa re, farsi venire l'acquolina anche solo guardando. Che bellezza.